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Verbale del  03/12/2002  inserito da  Segretario
    verbale dell'assemblea GRICU del 28/10/02
Verbale dell’assemblea GRICU tenutasi a Milano presso il Politecnico il 28.10.02

L'Assemblea dei soci GRICU inizia alle 11,30 del 28 ottobre presso l'Aula SO1 (aula del Consiglio di Facoltà) del Politecnico di Milano, P.le Leonardo da Vinci, 32 Milano con il seguente ordine del giorno:

1. Comunicazioni
2. prospettive e rilancio dell'ingegneria chimica
3. obiettivi di collaborazione con altri settori culturali
4. didattica del nuovo ordinamento: andamento, obiettivi formativi, proposte di revisione
5. designazione delegati di sede
6. nuove adesioni
sono presenti i soci
BALDI, Giancarlo, BARRESI, Antonello, BERTUCCO, Alberto, BOZZANO,Giulia, BRUCATO, Alberto, BRUCATO, Valerio, CALABRÒ, Vincenza, CATAPANO, Gerardo, CENTOLA, Paolo, CONTINILLO, Gaetano, DE FAVERI, Marco, DEL ROSSO, Renato, DI FELICE, Renzo, DI GIACOMO, Gabriele, FARAVELLI, Tiziano, FERMEGLIA, Maurizio, FILARDO, Giuseppe, FOSCOLO, Pier Ugo, GIRONI, Fausto, IORIO, Gabriele, MARRELLI, Luigi, PAGLIANTI, Alessandro, PIERUCCI, Sauro, RANZI, Eliseo, ROVAGLIO, Maurizio, SARTI, Giulio, SUNSERI, Carmelo, TITOMANLIO, Giuseppe, TOGNOTTI,Leonardo, TRONCONI, Enrico, VACCARO,Salvatore, ZANELLI, Severino


Il Presidente prof. Titomanlio apre i lavori ringraziando il Politecnico di Milano per aver ospitato l’assemblea. Passa poi a discutere il primo punto all’ordine del giorno:
1) - Comunicazioni
Il Presidente mette al corrente i soci delle iniziative portate avanti a partire dall’ultima assemblea GRICU. In particolare, egli riferisce che il giorno 15/7/02 è stata tenuta presso l’Università di Roma una riunione dei Presidenti di Area Didattica e che il giorno successivo, il 16/7/02, è stata tenuta una riunione di una commissione mista AIDIC-GRICU per le prospettive ed il rilancio dell'ingegneria chimica. Le questioni trattate in tali riunioni saranno prese in considerazione nei punti successivi all’ordine del giorno.
Il Presidente riferisce, inoltre, che è stato aperto un sito internet del GRICU, nel quale sono stati pubblicati i verbali delle due riunioni menzionate sopra; nel sito è stato inoltre aperto un forum di discussione sulla didattica del nuovo ordinamento, sullo stesso argomento sono stati pubblicati documenti del prof. Guido Greco, del prof. Piero Salatino e dell’area didattica d’Ingegneria Chimica di Padova. L’interesse per l’argomento in discussione nel forum è certamente elevato, tuttavia, per il momento la partecipazione al forum è stata modesta. Il presidente sollecita i soci a visitare il sito internet ed a suggerirne miglioramenti; in particolare sollecita i delegati di sede a dare suggerimenti per il miglioramento ed a trasferire le informazioni dalle singole sedi; la velocità con cui il sito sarà completato è in buona parte legata alla collaborazione dei delegati di sede. Il prof. Baldi suggerisce di sviluppare il sito internet anche in inglese per uniformarsi ad un’iniziativa europea di pubblicizzazione internazionale dei siti “educational” europei.
Il Presidente informa di aver chiesto al Prof Grizzuti di coordinare le attività dei Dottorati di ricerca di interesse per l’ingegneria Chimica e riattivare la consuetudine delle scuole di dottorato, il prof. Grizzuti ha accettato l’incarico e, seguendo le sollecitazioni pervenute da più parti, ha iniziato la sua attività organizzando una scuola sui Fenomeni di Trasporto che si terrà a Febbraio sulla costiera sorrentina. Interviene il prof. Continillo che dà comunicazione di un’altra scuola annuale organizzata dal gruppo di ”Teoria dello sviluppo dei processi chimici”. Sede e tematica della scuola variano ogni anno: per il 2003 la sede sarà nell’area di Milano e la tematica sarà “Analisi dei dati, Modellistica e Ottimizzazione di Processo”.
Terminate le comunicazioni si passa al secondo punto all’ordine del giorno

2) : Prospettive e rilancio dell’ingegneria chimica.
Il Presidente informa che nell’ambito della riunione della commissione AIDIC/GRICU, presieduta dal Prof. Baldi, tenuta in luglio presso l’Università di Roma è stato constatato un sostanziale accordo su tutte le questioni principali, in particolare: la diminuzione del numero degli iscritti è stata attribuita alla negatività che ha ormai assunto la parola “chimica”; è stato ribadito che l’ingegneria chimica ha tutte le caratteristiche e le capacità per svolgere un ruolo importante per la società, e ciò nonostante la crisi dell’industria chimica italiana; si è convenuto che la caratteristica fondamentale e più pregiata dell’ingegnere chimico è la capacità di inserirsi e contribuire in settori molto diversificati. Tale polivalenza è legata alle metodologie che, oltre che all’industria chimica classica, possono facilmente essere applicate a numerosi altri settori di rilievo per i quali la formazione degli ingegneri chimici può dare un contributo rilevante; per tale motivo, nonostante la crisi dell’industria chimica in Italia, i laureati in ingegneria chimica attualmente non hanno problemi ad inserirsi nel mondo del lavoro, prevalentemente al di fuori dell’industria chimica; l’approccio fondamentale e metodologico in questo momento è quindi quello che più va difeso ed eventualmente sviluppato nel curriculum per evitare che i problemi occupazionali, che per ora non ci sono, insorgano fra qualche anno; gli obiettivi formativi vanno rivisti con la collaborazione di Federchimica e AIDIC e comunque assicurando la capacità di inserirsi in settori diversi.
Nel corso della riunione della commissione sono state individuate le seguenti tre sottocommissioni:
i) sottocommissione per azioni per la gestione dell’immagine: proff. Tognotti, Calabrò e Di Felice
ii) sottocommissione per il curriculum: proff. Salatino, Mazzarotta e Vaccaro
iii) sottocommissione per la gestione del rapporto con il mondo produttivo: proff. Baldi e Faravelli
Quindi, il presidente dà la parola al prof. Baldi affinché fornisca ulteriori dettagli sui lavori della commissione da lui presieduta. Il prof. Baldi ricorda che nell’ambito dei lavori di detta commissione (un’ultima riunione per fare il punto della situazione c’è stata subito prima della presente assemblea) si era pensato di;
1) incidere sul problema della diminuzione degli iscritti con un’azione di comunicazione rivolta agli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie superiori, in particolare si è pensato di preparare un CD, contenente la presentazione del corso di laurea e delle sue potenzialità in termini di conoscenze e competenze acquisibili e di sbocchi occupazionali più diffusi; la sottocommissione per azioni per la gestione dell’immagine conta di definire il contenuto del CD in breve tempo
2) controllare la rispondenza dei curricula italiani a quelli internazionali in modo da procedere alla definizione di un curriculum minimo confrontabile con quella di altri paesi avanzati; la sottocommissione per il curriculum si occuperà di tale attività
3) consultare con il mondo industriale ed in particolare Federchimica ed AIDIC sia per quanto riguarda la definizione del curricula che per quanto riguarda aspetti di immagine; la sottocommissione per la gestione del rapporto con il mondo produttivo gestirà tali rapporti
A proposito della preparazione del CD, il prof. Tognotti, a nome della sottocommissione di cui fa parte, illustra schematicamente i contenuti di questo e riferisce che è stata contattata una società di comunicazione che non ha difficoltà a realizzarlo e che esso potrebbe essere pronto entro gennaio.
Interviene il prof. Zanelli affermando che c’è la crisi dell’industria chimica a livello internazionale e il fatto che le iscrizioni siano in calo è il prodotto di questa crisi. In realtà, egli dice, l’industria chimica ha chiuso un ciclo. In qualche modo gli ingegneri chimici attuali sono figli della petrolchimica ma, ormai, i settori facenti parte di tale branca dell’industria chimica sono stati trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Egli afferma che la stessa Federchimica si propone di rilanciare la chimica in termini di “prodotto” più che di processo, proprio perché non c’è più spazio per l’ottimizzazione dei processi, mentre ce n’è per nuovi prodotti. Per ragioni storiche e vischiosità culturale le gerarchie degli argomenti nei settori classici di Ingegneria Chimica non sono state riesaminate. Sarebbe, quindi, necessario che il direttivo GRICU tenesse conto che la vecchia ingegneria chimica deve essere riconsiderata. Egli continua considerando la richiesta di trasferire competenze in settori affini all’ingegneria chimica; a tal proposito egli ritiene che questo non è il futuro dell’ingegneria chimica perché in tali contesti le competenze dell’Ingegneria Chimica non si esplicano appieno. È un po’ come i matematici che insegnano ad ingegneria, appena possono tornano nella Facoltà di Scienze.
Interviene il prof. Centola che, pur essendo d’accordo in merito all’osservazione che non c’è più spazio nella petrolchimica, ritiene che c’è già in atto una differenziazione ed alcuni settori fino a poco tempo prima negletti come l’alimentare, i materiali, il tessile e quello dei cosmetici sono ora vitali. Prendere come obiettivo il prodotto non sembra però risolvere il problema.
Il prof. Tognotti si inserisce nella discussione osservando che la ricchezza culturale dell’ing. chimico sta nel metodo e che questo non è legato allo specifico processo.
La prof. Calabrò concorda con il prof Tognotti e ribadisce che le competenze dell’ingegneria chimica permettono di affrontare i problemi relativi alla produzione di articoli i più diversi, dal pacco di pasta alla crema per il viso; questa diversificazione va messa in evidenza nella campagna di comunicazione verso le scuole.
Prende la parola il Presidente affermando che ci sono vari livelli d’intervento. Uno è quello della modifica del curriculum degli studi in Ingegneria Chimica, per questo occorre fare una riflessione attenta su come deve evolvere e, se si comprende come modificarlo, si può intervenire già dal prossimo anno, ma in ogni caso non si potrà rinunciare all’approccio metodologico. Un altro livello è quello della campagna di informazione verso le scuole secondarie nella quale va messo in evidenza che il bagaglio culturale dell’ingegnere chimico fa si che egli abbia la necessaria poliedricità per inserirsi nel mondo del lavoro anche in presenza di situazioni di crisi; tale campagna di informazione va preparata subito per poter essere sviluppata in primavera. Egli conclude dicendo che sul problema del cambiamento del nome del corso di laurea (Ingegneria Chimica, Ingegneria di Processo), sollevato da alcuni soci, ciascuna sede può, ovviamente, cambiarlo autonomamente.
Il prof. Gironi si inserisce nel dibattito dicendo di aver partecipato recentemente ad un convegno in Nuova Zelanda durante il quale si è parlato di crisi dell’ing. Chimica. In particolare, si parlava di un abbassamento delle iscrizioni e, quindi, la situazione da questo punto di vista sembra analoga in tutto il mondo. Egli aggiunge che le “plenary lectures” avevano come argomenti il latte o il legno. Appare, quindi, che il cambiamento e la diversificazione degli argomenti di studio sia la strada da percorrere.
Il prof. Di Felice prende la parola asserendo che a parer suo bisogna individuare qual’è lo stadio limitante in questa diminuzione di interesse per l’ingegneria chimica. Egli pensa che esso sia solo un problema d’immagine e non di contenuti e per superare tale problema ci si debba rivolgere ad esperti di immagine.
Interviene il prof. Fermeglia riportando delle considerazioni elaborate dalla sua sede. Specificamente, la sede di Trieste ritiene che bisogna lavorare su due binari: quello del “customer care” e quello del “customer acquisition”. Egli dice che nei vari tentativi promozionali del corso di studi effettuati dai docenti della sua sede non si ottenevano risultati significativi perché probabilmente non ci si è resi conto di rivolgersi a diciottenni o ai loro genitori cinquantenni, entrambi incapaci di comprendere un linguaggio troppo specialistico, e che sarebbe stato più efficace adottare un approccio più semplificato.. Egli continua dicendo che i colleghi di Trieste hanno, quindi, compreso di essere capaci di gestire la “customer care” ma anche di essere assolutamente inadeguati a gestire la “customer acquisition” e che bisognava quindi far svolgere questa attività a chi, occupandosi di marketing, la sa ben svolgere
Prende la parola il prof. Continillo che dichiara di concordare sul fatto che il problema fondamentale sia quello dell’immagine e che, in effetti, gli ingegneri chimici siano in grado d’inserirsi in settori diversi già con l’attuale preparazione. Egli si chiede, invece, quali e quante risorse siano necessarie per l’operazione di marketing di cui si è detto, e quali nuovi settori saranno indicati.
Risponde il prof. Bertucco affermando che bastano circa 5000 euro ed il prof. Tognotti puntualizza quali siano le risorse necessarie per diversi livelli di intervento.
In altri interventi è posto in evidenza come sia necessario fare uno sforzo per modificare i curricula ed aprirsi verso altri settori; in altre nazioni l’Ing. Chimica, entrata in difficoltà, si è già riconvertita verso settori più specializzati come, ad esempio, le biotecnologie o i materiali.. Un’opportunità in tal senso è offerta dalle lauree specialistiche, anche se ci sono ostacoli di ordine burocratico in tal senso. Per quanto riguarda l’immagine viene proposto da alcuni di controllare la destinazione finale dei laureati in ingegneria chimica e di fare uso dei risultati di tale indagine nella campagna di informazione; inoltre vanno effettuate azioni per favorire la ricerca del lavoro da parte dei laureati in ingegneria chimica..
Prende la parola il Presidente che rileva che l’impostazione generale data dalla commissione presieduta dal Prof. Baldi, con qualche perplessità da parte di qualcuno, ha riscosso un consenso diffuso in assemblea; le tre sottocommissioni continueranno a lavorare anche in collaborazione con A.I.D.I.C. ed il risultato del loro lavoro sarà esposto in rete per stimolare una discussione.
Il Presidente mette inoltre in evidenza che, in particolare, nessuno si è dichiarato contrario alla preparazione di un compact disc (CD), contenente la presentazione del corso di laurea e delle sue potenzialità in termini di conoscenze, competenze acquisibili e di sbocchi occupazionali; i costi ed i tempi necessari per tale preparazione sono stati chiariti, se l’A.I.D.I.C sarà interessata alla preparazione del CD potrebbe farsi carico di parte delle spese, la parte residua dovrà gravare sui Dipartimenti di Ingegneria chimica delle singole sedi;
Il Presidente informa che l’A.I.D.I.C. da alcuni anni ha previsto che nel suo Consiglio Direttivo ci sia un rappresentante del GRICU. Tale rappresentanza attualmente è vacante; recentemente, c’è stato un invito a rinnovare la collaborazione con AIDIC e la nomina del rappresentante nel Consiglio Direttivo potrebbe costituire un segnale di interesse e, contemporaneamente, essere un veicolo per sviluppare tale collaborazione.
Il prof. Pierucci interviene affermando che nel passato vi è stata una buona collaborazione tra il GRICU e l’AIDIC. Essa fu molto produttiva e vide coinvolti i migliori rappresentanti dell’ingegneria. chimica nazionale. Egli ritiene che un rappresentante del GRICU sarebbe il benvenuto nel consiglio direttivo dell’A.I.D.I.C. e che i due gruppi potrebbero lavorare in sintonia e sinergia. Egli afferma che al GRICU manca una struttura organizzativa stabile e soprattutto una segreteria che funga anche da memoria storica; egli è convinto che l’AIDIC può offrire tale supporto senza alcun aggravio di spesa.
Il prof. Pierucci afferma, inoltre, di essere disposto a portare avanti personalmente la richiesta in ambito AIDIC. Egli continua asserendo che ritiene molto importante che sia rianimata la collaborazione tra GRICU ed AIDIC, soprattutto in un momento di trasformazione dell’ordinamento degli studi di Ingegneria. Sottolinea, però, che è necessario che una volta avviata la collaborazione, essa rimanga stabile e non precaria com’è avvenuto in precedenza.
Interviene il prof. Alberto Brucato affermando di essere molto favorevole all’allacciamento di rapporti stretti tra il GRICU e l’AIDIC. Egli ritiene, infatti, che in ambito AIDIC, grazie alla presenza nell'organizzazione delle aziende destinatarie dei laureati in ingegneria chimica, potrebbe essere relativamente semplice e fruttuoso istituzionalizzare, con calendarizzazioni certe, riunioni periodiche volte al monitoraggio del grado di soddisfazione delle aziende riguardo alle caratteristiche dei laureati in ingegneria chimica immessi sul mercato. In tal modo, oltre a ricevere informazioni preziose per la messa a punto della didattica, si realizzerebbe quella azione istituzionalizzata di monitoraggio della "customer satisfaction" tipicamente richiesta dalle certificazioni di qualità, con riflessi utili anche ai fini dell'accreditamento dei CCL.
Il prof. Titomanlio si inserisce affermando che nella definizione dei nuovi curricula l’AIDIC sarà certamente consultata e che si potrebbe anche designare nella riunione in corso il rappresentante GRICU nel consiglio dell’AIDIC.
La discussione continua e tra gli altri intervengono i professori Bertucco, Pierucci, Di Giacomo ed il prof. Zanelli che esprime qualche perplessità sull’opportunità di stringere la collaborazione con AIDIC.
Il Prof. Titomanlio riafferma il suo interesse a che il GRICU collabori con AIDIC, rileva che tale collaborazione nei fatti è già iniziata nella commissione comune presieduta dal Prof. Baldi; propone inoltre che per consolidare la collaborazione si proceda a nominare subito il rappresentante nel Consiglio Direttivo dell’AIDIC, ritiene opportuno che per chiarezza tale rappresentante non sia già presente nel consiglio direttivo dell’AIDIC in altra veste. Dopo breve discussione si decide di nominare il prof. Tognotti che accetta.

Si passa a discutere il punto successivo all’ordine del giorno

3) Obiettivi di collaborazione con altri settori culturali.
Il presidente illustra le azioni intraprese in questo senso. In particolare, egli dice di aver chiesto ad alcuni colleghi di analizzare la possibilità di sviluppo della collaborazione tra Ingegneria Chimica ed alcuni settori culturali adiacenti. Ove possibile, sono stati scelti colleghi che già intrattenevano rapporti di collaborazione didattica e/o di ricerca con i settori culturali adiacenti. In particolare i settori culturali per i quali si è già iniziato tale approfondimento ed i colleghi coinvolti sono:
1. Facoltà di Farmacia: D’Amore, Annesini, Lapasin
2. Biotecnologie: Bertucco, Annesini,
3. Facoltà di Agraria: De Faveri,
4. Ingegneria della Sicurezza: Mazzarotta
5. Ingegneria Civile ed Ambientale: Di Giacomo,
6. Ingegneria. Biomedica: Marrelli
7. Ingegneria Energetica: Groppi
8. Ingegneria dei Materiali: Acierno,


Il presidente continua dicendo di aver chiesto ai colleghi di preparare delle relazioni sullo stato attuale dei rapporti con le altre aree culturali e sulle possibilità di sviluppo di tali rapporti, nelle relazioni saranno individuati contenuti didattici da offrire, saranno elencate esperienze attuali o precedenti di collaborazione didattica e/o di ricerca, saranno ipotizzate proposte di modifica delle tabelle di “attività formative”, sarà analizzata la possibilità di offrire all’interno dell’ingegneria chimica (come affini o integrativi) contenuti delle altre aree culturali
Alcune relazioni sono pronte, altre sono da completare, altre ancora sono in fase iniziale. L’obiettivo del lavoro è quello di raccogliere rapidamente le informazioni, e trasferirle alle sedi affinché le possano utilizzare come riferimento per instaurare o sviluppare rapporti con le altre aree culturali. Le stesse informazioni, peraltro, potranno servire come riferimento per un discorso più generale tra il GRICU e le corrispondenti associazioni delle altre aree culturali. Sembra naturale che i colleghi che prepareranno le relazioni siano poi il riferimento per il GRICU nel rapporto con le corrispondenti aree culturali.
Sul tema in oggetto interviene il prof. Bertucco dicendo che non è scontato che si debba proseguire per questa strada poiché rischiosa e potrebbe tradursi solo in un “fagocitamento” della persona e delle sue competenze in un diverso corso di laurea. Egli invita i colleghi a riflettere su questo punto che potrebbe addirittura nuocere all’ingegneria chimica
Il prof. Sunseri dice che la riuscita dei rapporti con altri settori culturali dipende molto dalla loro impostazione. Se essi si esplicano solo nell’ottenimento di qualche supplenza, la collaborazione non porterà molto lontano. Invece, se l’intero curriculum è gestito dalle due aree culturali congiuntamente, la collaborazione può essere proficua.
Si inserisce il prof. De Faveri ricordando che egli è ormai da 12 anni inserito nella Facoltà di Agraria, che la sua presenza li è considerata importante per tale Facoltà. Egli da un lato concorda con i timori espressi dal prof. Bertucco, ma ritiene anche che non ci si può chiudere a riccio rifiutando gli scambi culturali. Esistono poi gli ordini professionali che suddividono le competenze. Se i laureati dalla Facoltà di Agraria fanno certe cose è bene che le facciano come si deve e, quindi, è giusto che l’Ingegneria Chimica fornisca le competenze di cui Agraria ha bisogno. Egli ritiene, però, al di la del suo caso personale, che in generale nel rapporto Agraria-Ingegneria Chimica non ci sia stato sviluppo perché c’è una certa emarginazione sia da parte dell’Agraria verso gli ingegneri chimici che viceversa. Infine, egli sottolinea che è vero che aprendo allo scambio culturale con altre Facoltà si può perdere qualcosa, ma è anche vero che altri settori dell’Ingegneria hanno aperto altre strade (meccanici:Ingegneria della Sicurezza; civili:Ingegneria Ambientale).
Interviene il prof. Di Giacomo asserendo che a parer suo l’Ingegneria Chimica è culturalmente ingegneria di processo e non di prodotto, altrimenti gli ingegneri chimici sarebbero dei tecnologi. Ciò è proprio quello che caratterizza l’ingegneria chimica rispetto agli altri ingegneri. Gli ingegneri chimici, per rimanere competitivi nell’ingegneria industriale, devono però aggiornare i curricula e non devono farsi prendere da tentazioni che farebbero perdere l’identità. Egli dice di aver esperienza con insegnamenti nel corso di laurea di ingegneria dell’ambiente e del territorio. L’ingegneria dell’ambiente e del territorio è nell’ambito civile, tuttavia, gli ingegneri chimici sono gli unici industriali che hanno raggruppamenti disciplinari ufficialmente riconosciuti come caratterizzanti dell’ingegneria dell’ambiente e del territorio. Questo può certamente portare a fare accettare qualche corso nel curriculum degli ingegneri ambientali civili, bisogna invece pretendere come impostazione generale, anche passando attraverso il ministero, che quando la cultura dell’Ingegneria Chimica (cinetica, termodinamica dei processi, ingegneria di processo) è richiesta in un’altra branca dell’ingegneria essa va fatta dagli ingegneri di processo.
Il prof. Iorio si dichiara d’accordo con il prof. Di Giacomo. A parer suo, infatti, questi trasferimenti di competenze andrebbero evitati inserendoli all’interno dei curriculum dell’ingegneria chimica. Infine, egli dice che all’Università della Calabria (Cosenza) c’è la tendenza ad identificare alcuni settori alternativi rispetto a quelli classici nei quali profondere energie.
Interviene il prof. Zanelli ricordando che a Pisa l’ingegneria chimica ha provato a cambiare denominazione ma questo tentativo è stato respinto dalla Facoltà di Ingegneria e ciò è stato dovuto anche ad una mancanza di elaborazione da parte dei proponenti. In ogni caso egli ritiene che ci voglia prudenza e che non bisogna lasciare che le sedi scelgano il nome come credono. Dovrebbe essere il GRICU, invece, a farsi promotore del cambiamento ed a farlo attuare in maniera uniforme.
Il prof. Pierucci prende la parola affermando che il cambio di nome può essere pericoloso. Infatti, in tutto il mondo la denominazione Ingegneria Chimica c’è e rimane solidamente attiva. Il problema, a parer suo, non è battere il significato negativo dell’aggettivo chimico. Egli pensa, invece, che il curriculm vada aggiornato. Ad esempio nei corsi di Ingegneria Chimica mancano concetti di “process integration” e di “process intensification”, alcune cose inutili sono ribadite più volte mentre altre sono completamente assenti. Molte cose potrebbero essere insegnate subito e alcune cose nuove insegnate dopo.
Interviene il prof. Sarti asserendo che, a parer suo, la discussione stia un po’ uscendo dal punto all’ordine del giorno e ritiene che si debba ritornare a parlare dei rapporti con altre arre culturali. A tal proposito egli sottolinea che ancora una volta c’è da riscontrare una mancanza d’informazione. In genere, i colleghi delle altre aree d’ingegneria non conoscono quali sono le competenze degli ingegneri chimici e molto spesso essi lo scoprono casualmente. Questo trasferimento di informazioni è importante. Sarebbe utile, inoltre, comprendere quali sono i bisogni culturali degli altri corsi di laurea e anche per che cosa gli altri sono disposti ad accettare contenuti di Ingegneria Chimica. Certe ipotesi, quando sono di fatto confortate da esperienze precedenti, possono avere un avallo nelle istituzioni nazionali. Un lavoro che aiuti a fare chiarezza ed a raccogliere informazioni sui rapporti con altri settori culturali è certamente utile.
.
Il presidente sintetizza gli interventi dicendo che vanno valorizzati quei contributi ad altre aree culturali che possano sviluppare e dare risalto alle competenze ed alle metodologie caratteristiche dell’ingegneria chimica in quelle aree culturali, soprattutto se sono progettati con la collaborazione dell’ingegneria chimica. Il presidente aggiunge che andando ad operare in altre aree culturali e/o ospitando all’interno dell’ingegneria chimica contenuti di altre aree, si realizzano occasioni di scambio e arricchimento culturale, certamente dei singoli ma anche di tutta l’ingegneria chimica.
Si decide quindi di continuare nell’azione intrapresa di analisi della possibilità di sviluppo della collaborazione tra Ingegneria Chimica con settori culturali adiacenti. I risultati andranno trasferiti alle singole sedi e poi valorizzati anche a livello nazionale e comunque nelle sedi e nei momenti di revisione delle tabelle di attività didattiche.

Si passa al punto 4. all’ordine del giorno

4) didattica del nuovo ordinamento: andamento, obiettivi formativi, proposte di revisione

Il presidente ricorda che nel sito è disponibile il verbale della riunione dei presidenti di Corso di Laurea tenuta il 16/7 sull’andamento della didattica di nuovo ordinamento. In quella occasione era già stato ipotizzato un monitoraggio per via informatica della didattica, effettuato raccogliendo le informazioni dalle singole sedi e rendendole e disponibili a tutte le altre. Il prof. Sarti è disponibile a mettere a punto una scheda e distribuirla ai delegati di sede per raccogliere dati significativi sui crediti superati, sulle votazioni conseguite e sul livello di maturazione raggiunto dagli studenti del nuovo ordinamento.
Per quanto riguarda gli obiettivi formativi e le proposte di revisione del nuovo ordinamento, all’inizio di settembre era stato aperto un forum che però ha avuto poco seguito; lo scopo del forum era quello di contribuire alla discussione che si stava tenendo all’interno del collegio dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, su sollecitazione della commissione ministeriale coordinata dal Prof. Di Maio. Stranamente i Presidi non hanno promosso dibattiti sull’argomento nelle singole sedi, ma hanno elaborato una posizione all’interno del collegio; tale posizione, che sembra non definitiva ma, viceversa, abbastanza interlocutoria, sarà chiarita nel convegno che è stato organizzato dal collegio dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria in collaborazione con l’ordine degli Ingegneri e sarà tenuto all’Università di Salerno il 31 ottobre.

Il Presidente propone di rimandare la discussione e riprenderla, per via informatica, dopo aver ricevuto i primi dati sul nuovo ordinamento dal monitoraggio che sarà gestito dal Prof. Sarti.
Il prof. Filardo sollecita la presidenza a non rimandare troppo la discussione sull’argomento.
Si decide di passare al 5° punto all’ordine del giorno.

5) Designazione dei delegati di sede
.Il presidente fa presente che i delegati di sede indicati spesso coincidono con i presidenti di CCL e che pochi presidenti riescono a trovare il tempo per svolgere entrambe le funzioni . Tra le sedi in cui è presente l’ingegneria chimica solo Torino non ha indicato il delegato di sede. Poi ci sono le sedi dove non è presente l’Ingegneria chimica. Si provvede alla ratifica dei delegati di sede indicati e si decide di non designare alcun delegato per le sedi che non hanno un corso di Laurea in Ingegneria Chimica.

Si passa al punto 6 all’ordine del giorno

6) Nuove adesioni
Vi sono nuove richieste di adesione sia da persone strutturate nell’università sia da non strutturati. Si decide di analizzare seduta stante le richieste presentate da persone strutturate e di rimandare alla prossima riunione l’analisi delle richieste di persone non strutturate per poter verificare cosa prevede lo statuto in proposito. Sono approvate all’unanimità le seguenti richieste di adesione:
Marco Giacinti Baschetti ricercatore di Principi di Ingegneria Chimica a Bologna
Sarah Bonvicini ricercatrice di Impianti Chimici a Bologna
Giorgia Spigno ricercatrice di Impianti a Piacenza
Giorgio Micale ricercatore di teoria e sviluppo dei processi chimici a Palermo,
Francesco Grisafi ricercatore di Impianti Chimici a Palermo
Alessandro Galia ricercatore di Chimica Industriale Palermo
Bruno Fabiano ricercatore di Impianti Chimici a Genova
Giovanni Ianruberto ricercatore di Principi di Ingegneria Chimica a Napoli
Curcio Stefano ricercatore di Principi di Ingegneria Chimica Università della Calabria
Elvassore Nicola ricercatore di Principi di Ingegneria Chimica a Padova
Giuseppe Spadaro professore straordinario di Chimica a Palermo
Mario Minale prof. Associato di Principi di Ingegneria Chimica a Napoli
Davide Manca ricercatore di “teoria e sviluppo dei processi chimici” a Milano
Giandomenico Groppi professore associato chimica industriale a Milano
Rimangono le richieste di adesione di Enzo La Carruba, Carmelo Belfiore e Francesca Sgargiali, titolari di assegno di ricerca a. Palermo Tali istanze sono prese in custodia dal Segretario

L’assemblea è sciolta alle ore 15,00 per esaurimento dei punti all’ordine del giorno.

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