Verbale del  15/07/2002  inserito da  Segretario
    Verbale riunione dei presidenti dei CCL (15/7/02)
 
Verbale della riunione GRICU del 15/7/02

Come previsto dalla convocazione, la riunione inizia alle ore 13 presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali, delle Materie Prime e Metallurgia dell’Universrita’ di Roma la Sapienza. Sono presenti i professori: Giuseppe Filardo (Univ. Palermo), Enrico Tronconi (Polit. Milano), Vito Specchia (Polit. Torino), Alberto Brucato (Univ. Palermo), Giacomo Cerisola (Univ. Genova), Gianpaolo Mura (Univ. Cagliari), Marino Simeone (Univ. Napoli), Fausto Gironi (Univ. Roma), Pier Ugo Foscolo (Univ. L’Aquila), Gabriele Iorio (Univ. Calabria), Anselmo Buso (Univ. Padova), Rosario Aiello (Univ. Calabria) in rappresentanza delle varie sedi, il presidente prof. Giuseppe Titomanlio (Univ. Salerno) ed in qualità di segretario il prof. Salvatore Vaccaro (Univ. Salerno).

La riunione si apre con il seguente ordine del giorno:
a) comunicazioni
b) andamento della didattica del nuovo ordinamento
c) obiettivi formativi perseguibili per la laurea di primo livello
d) varie ed eventuali

a) comunicazioni.
- In primo luogo il Presidente comunica che il Prof. Salvatore Vaccaro è stato designato segretario del GRICU; chiede inoltre ai presenti un parere di indirizzo su alcune iniziative che che intende promuovere nei mesi successivi:
 Riattivare al più presto le scuole offerte agli studenti di Dottorato di ricerca su tematiche di generali: il Presidente chiede ai presenti il loro parere personale sull’interesse dei singoli Collegi dei Docenti a tale iniziativa.
i proff. Filardo e Tronconi si dichiarano d’accordo con l’iniziativa, a patto che vi sia un’organizzazione strutturata di tali corsi e che si nomini un responsabile della loro organizzazione.
Il prof. Specchia esprime un giudizio positivo sui corsi tenuti prima della riforma ma fa presente che a Torino sono già attivati corsi post-doc che fanno acquisire crediti agli studenti che vi partecipano e l’attivazione di ulteriori corsi o scuole potrebbe appesantire troppo i dottorandi; è però d’accordo sull’attivazione di una scuola all’anno.
Il prof. Gironi esprime parere positivo sull’attivazione di scuole di carattere generale e suggerisce di demandare l’organizzazione delle stesse alla Presidenza o comunque al consiglio direttivo; auspica, inoltre, che l’organizzazione sia strutturata negli anni.
Il prof. Mura informa i partecipanti che a Cagliari sono attivi corsi per dottorandi nell’ambito dell’intera ingegneria industriale; ritiene, tuttavia, che gli studenti inseriti nel curriculum chimico sarebbero sicuramente incoraggiati a partecipare a scuole attivate a livello nazionale dall’ingegneria chimica.
Il Presidente informa che ha verificato la disponibilità del prof. Grizzuti ad occuparsi dell’organizzazione delle scuole e, visto l’interesse registrato, lo pregherà di organizzare al piu’ presto una scuola sui fenomeni di trasporto.

 Il Presidente illustra l’intendimento di voler avviare contatti con aree culturali contigue/complementari per esplorare l’interesse all’attivazione e/o allo sviluppo del contributo didattico dei settori scientifici caratterizzanti l’ingegneria chimica. In particolare, propone di chiedere a colleghi già impegnati in attività didattiche o in collaborazioni di ricerca presso altre aree culturali di analizzare esperienze didattiche e di ricerca (anche all’estero) in quelle aree culturali e proporre un pacchetto culturale di interesse per quelle aree da proporre da parte dei settori di ingegneria chimica, in particolare, a titolo di esempio, cita: i Proff. Marrelli e Catapono per l’ingegneria Biomedica, Il Prof. De Faveri per L’Area di Agraria, i l Proff. D’Amore, Annesini e Lapasin per le tecnologie farmaceutiche.
Il prof. Filardo interviene sottolineando che l’argomento in oggetto è abbastanza spinoso perché può significare una dispersione di competenze e, quindi, un’operazione che si può ritorcere contro gli ingegneri chimici; egli ritiene che non bisogna disperdere la specificità delle competenze di ingegneria chimica altrimenti si acquisiscono degli spazi di insegnamento ma si perde la possibilità di dare slancio a tali competenze all’interno dell’ingegneria chimica stessa.
Il prof. Foscolo interviene sostenendo che problemi simili si hanno con le biotecnologie industriali. Egli suggerisce, pertanto, che le collaborazioni con altri corsi di studio o Facoltà vadano avviate solo se è assicurato l’ingresso in tali contesti di un determinato pacchetto di discipline tipiche dell’ingegneria chimica; suggerisce, inoltre, di esplorare la possibilità di istituzione di una ingegneria industriale ambientale.
Il prof. Specchia ricorda che a Torino, mentre all’inizio dell’istituzione del corso di laurea in ingegneria dell’ambiente e del territorio l’ingegneria chimica ha avuto un ruolo molto incisivo (processi, impianti, sicurezza), ne è poi uscita fuori quasi completamente; egli sostiene di essere d’accordo con l’intervento del prof. Filardo e, in particolare, che potrebbe essere giusto uscire fuori da queste aree culturali contigue per ridare slancio e vigore alle competenze di ingegneria chimica a meno che l’identità non sia preservata in tali aree di esportazione.
Il prof. Brucato interviene sostenendo che l’arroccamento dei civili ambientali potrebbe addirittura portare alla creazione di spazi nell’ambito industriale. Egli ricorda anche che anche in altre aree culturali contigue (ingegneria energetica a Palermo) l’esperienza di collaborazione non è stata costruttiva. Segnala, inoltre, che a Palermo è stato riservato uno spazio di 12 crediti per settori di ingegneria chimica nel corso di laurea in ingegneria automatica
Il prof. Tronconi informa che invece a Milano la collaborazione con l’ingegneria Energetica è positiva e ci sono due corsi dei settori di Ingegneria Chimica.
Il Presidente interviene osservando che per quanto riguarda i corsi di studio in ingegneria dell’ambiente e del territorio bisogna cercare di rimanervi, mentre l’apertura di nuovi spazi (vedi ingegneria industriale ambientale) diventa ragionevole solo se gli ordini professionali lasciano competenze agli ingegneri industriali anche nel campo ambientale. Il Presidente propone di individuare i colleghi che, per ognuna delle aree contigue menzionate, facciano il punto della situazione ed, eventualmente, individuino un pacchetto culturale da proporre. Dopo breve discussione sono proposti, oltre ai colleghi già citati a titolo di esempio dal Presidente, i proff. Di Giacomo e Saracco (o Rovatti) per l’area ambientale, Groppi e Tronconi per l’area energetica, Bertucco per l’area delle biotecnologie.
 Il Presidente informa che sta facendo approntare, con la collaborazione dei Prof. Grizzuti e Valerio Brucato, un sito web per il GRICU. Le funzioni possono essere, ovviamente molte, a titolo di esempio cita: informazioni sulla didattica; verbali delle riunioni; forum di discussione su argomenti di interesse comune; osservatorio sulla didattica del nuovo ordinamento. Il prof. Specchia suggerisce l’inserimento e l’aggiornamento della lista dei soci del GRICU, il prof. Foscolo quella di una sezione dedicata ai giovani laureati, il dott. Simeone quella di un link per l’ADI (Associazione dottorati/andi italiani) ed il prof. Gironi quella di una sezione dedicata ai programmi di ricerca nazionali.
 Il presidente comunica che il giorno successivo, cioè il 16/7, sarà tenuta sempre presso l’Università di Roma una riunione della commissione congiunta GRICU-AIDIC, presieduta dal prof. Baldi avente vari come obiettivi, tra gli altri, l’analisi dei motivi della diminuzione del numero di iscritti al corso di laurea Ingegneria Chimica e l’individuazione di azioni di promozione per l’ingegneria chimica.
 Il prof. Filardo ricorda che il giorno 10 Settembre prossimo vi sarà un convegno SEFI su temi inerenti tali argomenti e sarebbe opportuno partecipare. Egli sostiene, inoltre, che sarebbe auspicabile che il GRICU (come istituzione o tramite i soci più introdotti) facesse uno sforzo per essere presente in consessi dove si prendono decisioni importanti sull’Università in modo da poter far pesare il suo parere al momento di operare scelte quali il 3+2, il 5 o il 6. Egli ribadisce che sarebbe opportuno agire come altri settori universitari che hanno agito lasciando invariata la struttura del corso di laurea (es. nella classe 4 edile-architettura la laurea è rimasta quinquennale così come a Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, ed a medicina il corso di laurea è ancora di 6 anni). Il prof. Tronconi è d’accordo con il prof. Filardo ma ritiene che questo problema sia comune a tutta l’ingegneria industriale.
Il prof. Titomanlio concorda sull’opportunità di coordinare le proposte con i membri del CUN, del Collegio dei Presidi e della Conferenza dei Rettori più vicini all’ingegneria.
Il prof. BUSO riferisce che nell’ultima riunione del Collegio dei Presidi d’ingegneria la struttura 3+2 è stata messa in discussione. Si parla ad esempio di dare molta più libertà nelle tabelle delle “attività formative” e si discute addirittura di riconsiderare l’impianto dalle fondamenta. Il prof. Cerisola aggiunge che, sempre dal collegio dei presidi, pare sia venuta fuori un’ipotesi di 4+2.


 Il prof Titomanlio propone che siano identificati nuovamente i delegati di sede GRICU, essi potrebbero essere coinvolti anche nel trasferimento delle informazioni da inserire nel sito WEB, che altrimenti graverebbe soltanto sui Presidenti di Corso di Laurea; chiede pertanto che ciascuna sede comunichi in breve tempo il relativo delegato.

b) - andamento della didattica del nuovo ordinamento

Viene fatta tra i presenti una ricognizione sui cicli attivati per la nuova laurea triennale, le annualità attivate sono:
Palermo; Napoli, Roma, Padova solo1° anno
Calabria, L’Aquila, Torino, Milano 1° e 2° anno
Genova 1°, 2° e 3° anno
Salerno e Cagliari 1°, 2° e 3° anno + 1° specialistica
Mancano perché non rappresentate alla riunione Pisa, Trieste e Bologna. In ogni caso Bologna ha attivato soltanto il 1°anno.
Il presidente invita ognuno dei rappresentanti delle sedi ad esporre l’esperienza maturata.
Il prof.Aiello presenta una tabella riassuntiva nella quale sono raccolti i dati tratti dai manifesti degli studi delle varie sedi. Dopo breve discussione si decide di distribuirla ai convenuti che provvederanno a modificarla nei punti errati di loro pertinenza ed a rimandarla corretta alla presidenza. Intervengono poi i rappresentanti delle varie sedi:

Il prof. Mura riporta i dati per l’università di Cagliari:
- Siamo al 4° anno, si effettuano prove intermedie e si raccomanda ai docenti di effettuare verifiche orali. In ogni caso le prove d’esame sono libere (ma devono essere approvate dal CCL); vi sono poi corsi di tutorato d’esercitazione per i corsi del 1° anno, è obbligatorio un tirocinio
- si è riscontrata una resistenza da parte di molto docenti a convertirsi alla nuova struttura del corso
- c’è un problema di maturazione degli studenti
- a Cagliari si è stato verificato che gli studenti che si iscrivono all’ingegneria chimica hanno riportato un punteggio di fascia alta ai test
- la preparazione finale sembra positiva
- circa il 30% hanno chiuso il triennio con 180 crediti, iscritti alla specialistica 5 su 9

Il prof. Titomanlio ed il prof. Vaccaro illustrano la situazione di Salerno essendo assente la prof. Ferrari:
- Siamo al 4° anno, per tutti i corsi si effettuano prove intercorso, si tiene quasi sempre la prova orale ma è più breve ed ha un peso minore rispetto a quella prevista per il vecchio ordinamento.
- vi sono stati problemi simili a Cagliari per quanto riguarda i docenti
- Il risultato globale sembra meno buono di quello di Cagliari. In particolare, nessuno degli studenti si è laureato al 3° anno, circa il 25% degli studenti aveva acquisito più di 150 crediti al termine del 3° anno
- quasi tutti gli studenti hanno deciso dopo i primi tre anni di continuare, anche se per evitare di perdere un anno non essendo ancora laureati sono transitati al quarto anno del vecchio ordinamento
- c’è un problema di maturazione degli studenti, anche i migliori molto raramente riescono a comprendere il vero significato di quello che hanno studiato, nel il prof. Titomanlio si dichiara meno ottimista del prof. Mura

Il prof. Cerisola riporta i dati per l’università di Genova:
- Siamo al 3° anno , gli studenti scelgono quasi all’unanimità (19 su 22) di continuare (passando al vecchio ordinamento con recupero di contenuti di base) dopo i primi tre anni; i tre studenti che hanno scelto di uscire sono significativamente indietro rispetto al normale ciclo di studi
- degli studenti iscritti al 2° anno della laurea vecchio ordinamento (30) solo 1 ha chiesto di passare al nuovo ordinamento
- la preparazione al 4° anno o 1° laurea specialistica mediamente buona
- scogli storici rimangono matematica e fisica
- si ritiene che non ci sarà una diminuzione sul totale degli anni impiegati tra laurea specialistica e rispetti alla laurea del vecchio ordinamento
- si pensa che risultati definitivi si possano avere solo tra qualche anno
- normalmente a Genova col vecchio ordinamento il tempo medio per laurearsi era tra 6 anni e 6 anni e mezzo, con un buon numero di studenti che impiegavano tra 5 e 5 anni e mezzo.
- Si è riscontrato un aumento del numero d’iscritti, ma non è possibile stabilire se sia un effetto della diversa offerta didattica o se è stata una variazione naturale.

Il prof. Foscolo riporta i dati per l’università dell’Aquila:
- Siamo al 2° anno, su 38 sono gli immatricolati 1/3 degli studenti sono in regola
- l’offerta didattica è articolata in tre periodi (trimestri) e non in due come nelle altre sedi
- i docenti di geometria, analisi e fisica si sono adeguati prontamente.
- c’è opposizione da parte dei docenti a fare solo esami scritti
- Rispetto al Diploma (che è stato un disastro) va molto meglio
- Ex studenti di Diploma passano alla triennale
- Ex studenti del vecchio ordinamento sono passati al nuovo
- La risposta delle aziende per i tirocini è stata positiva
- Grosse difficoltà di alcuni colleghi (le competenze disponibili sono state suddivise in corsi di 1° e di 2° livello)


Il prof. Aiello riporta i dati per l’università della Calabria:
- l’offerta didattica è articolata in tre periodi (trimestri) e non in due come in altre sedi
- all’università della Calabria in questo momento si è alla fine del terzo periodo del 2° anno
- è stato riscontrato che il nuovo ordinamento ha spezzettato troppo le discipline in sezioni producendo troppi esami che appesantiscono il lavoro degli studenti
- in un primo momento nel piano di studi si è esagerato con le discipline di ingegneria chimica
- al primo anno dello scorso A.A. vi sono stati 25 immatricolati, di questi al secondo periodo del 2° anno solo 6-7 allievi sono in regola
- si stima che al terzo anno solo 1-2 allievi saranno laureati in tempo
- non ci sono passaggi dal vecchio al nuovo ordinamento

Il prof. Specchia riporta i dati per il politecnico di Torino:
- Siamo al 2° anno, i dati si riferiscono alla fine del 1° anno il primo anno che è comune all’ingegneria industriale ed all’ingegneria civile
- circa il 70% degli studenti è passato in regola al 2°anno
- per quanto riguarda la didattica: i docenti più giovani hanno scelto di una impostazione piu’ nozionistica, quelli meno giovani hanno scelto di ridurre gli argomenti conservando il livello di approfondimento
- solo pochi esami non hanno la prova orale
- giudizio finale: non è ancora possibile dire che è un fallimento
- per i precedenti diplomati c’è stato un riscontro molto positivo nel mondo del lavoro

Il prof. Tronconi riporta i dati per il politecnico di Milano:
- Siamo al 2° anno, è stato scelto di dare preparazione completa sull’ingegneria chimica a discapito degli insegnamenti di base (tranne chimica) ma recupero di queste conoscenze nel 1° semestre della specialistica
- gli studenti lamentano troppi corsi in parallelo (da uno vecchio-1 nuovo) “manca il tempo per sedimentare quanto appreso”
- prove in itinere (fino a 4 con notevoli problemi di sovrapposizione e di aule), per gli studenti è un continuo passare da una prova all’altra, si stà riconsiderando la prova orale
- docenti: conversione difficile alle nuove modalità di insegnamento
- non ci sono corsi di tutorato perché si pensa di sottrarre altro tempo agli studenti
- anno 2000-01 iscritti 114, 12% ritirati al 31.1.02 - per l’anno precedente vecchio ordinamento la percentuale di ritiro dopo il primo anno era stata 9%
- dati consolidati (1° anno 2000-01) media dei crediti acquisiti 40/60 con voto medio 23,7, circa 70% in regola dopo primo anno
- stiamo perdendo la multidisciplinarietà
- confronto con il diploma (che ha avuto un certo successo) non ancora possibile ma in ogni caso bisogna essere cauti nel giudicare il successo perché probabilmente questo ingegnere manca di ecletticità e di flessibilità mentale.

Il prof. Buso riporta i dati per l’università di Padova:
- Siamo al 1° anno, risultati in linea con quelli riportati dagli altri colleghi
- Il 70% di quelli che superano gli esami imparano essenzialmente quello che fanno a lezione (esercizi) non il metodo
- l’orale si sostiene solo per migliorare il voto (ma non è mai successo che sia migliorato)
- in generale i voti riportati sono appena sufficienti
- 18 a chi sarebbe stato respinto
- è molto importante la preparazione pregressa: in generale per 1/3 degli studenti è buona per1/3 ci sono difficoltà per l’ultimo 1/3 estremamente carente
- nel veneto le industrie richiedono questo tipo di professionalità

Il prof. Filardo riporta i dati per l’università di Palermo:
- Siamo al 1° anno, 30 iscritti al primo anno ma 60 frequentanti (c’è il 60% di quelli iscritti al vecchio ordinamento)
- Abbiamo iniziato con molta ingegneria chimica, successivamente abbiamo aumentato materie di base e di ingegneria generale
- Il 40% degli studenti è andato al 2° anno

Il prof. Gironi riporta i dati per l’università di Roma:
- c’é un corso di laurea in Ingegneria Chimica, e due lauree specialistiche: la prima in “Ingegneria chimica dei Processi, della Sicurezza e dell’Ambiente” la seconda in “Ingegneria chimica dei materiali”.
- gli studenti del corso di laurea possono seguire un indirizzo di Ingegneria Chimica, aggiungendo 5 crediti obbligatori di Principi e 5 di Teoria e Sviluppo oppure un indirizzo di Materiali aggiungendo 15 crediti obbligatori di Chimica Applicata.
- corsi di tutorato al 1° anno tenuti da neolaureati
- c’è una netta distinzione tra un gruppo che sembra non avere difficoltà ed un gruppo che sta accumulando notevole ritardo.
- La didattica è articolata in due semestri, gli esami prevedono anche la prova orale

L’ing. Simeone riporta i dati per l’università di Napoli:
- La didattica è articolata in due semestri
- Solo esami scritti, corsi di tutorato e prove intercorso
- Distribuiti agli studenti modelli per indagare sulla riuscita del corso
- Circa il 45% sono andati al 2° anno con superano 4-5 esami superati (70% dei crediti)
- In generale troppe sedute d’esame

Ci sono vari interventi nei quali si lamenta che il livello medio di preparazione degli studenti in ingresso alla Facoltà d’Ingegneria è molto basso. Per migliorare la qualità degli iscritti il prof. Buso suggerisce di fornire alle scuole informazioni sull’esito della prova d’ingresso dei loro studenti.
Si decide, infine, che ciascuna sede farà pervenire il manifesto degli studi al Segretario o al Presidente e, possibilmente, commenti sintetici sui problemi di avanzamento, maturazione e professionalità da parte degli studenti.

Alle ore 18 si decide di chiudere la riunione rinviando ad una prossima riunione gli altri argomenti all’ordine del giorno.